Titolo: La bugia di Natale
Autore: Seth Grahame-Smith
Prezzo: 14,90 €
Pagine: 330
Editore: Multiplayer
Trama:
Seth
Grahame-Smith ci conduce nel primo secolo dopo Cristo quando il mondo è dominato
dall'imperatore Cesare Augusto ed Erode il Grande, un re fantoccio corrotto e
assassino, spadroneggia in Galilea. Ma il loro potere è messo in pericolo dal
cinico e feroce Balthazar, che ha giurato vendetta contro tutti i romani
diventando il leggendario "Fantasma di Antiochia", flagello
dell'impero. Sfuggito all'ennesima condanna a morte, si ritrova davanti a una
povera mangiatoia alle porte di Betlemme insieme a due improbabili compagni di
viaggio. L'incontro con una giovane ragazza chiamata Maria, il suo devoto
compagno Giuseppe e il loro figlio appena nato, cambierà per sempre il destino
di Balthazar. E anche se il tempo delle grandi inondazioni e delle creature
magiche è finito, la lotta fra il bene e il male continua. È l'inizio di
un'avventura che li vedrà combattere contro eserciti nemici, scontrarsi con
forze occulte, fronteggiare morti che si risvegliano e assistere a incredibili
miracoli; nel tentativo di salvare un bambino davvero speciale e nella
disperata speranza di ritrovare un pendente misteriosamente scomparso.
Recensione:
Seth Grahame-Smith è noto ai più come l’autore che non
ha esitato a reinventare un capolavoro qual è “Orgoglio e pregiudizio” di Jane
Austen e mutarlo in un romanzo paranormale trasformando Lizzie e Mister Darcy
in due cacciatori di zombie.
Probabilmente questo autore sente la necessità di
dover cambiare per forza storie conosciute e trasformarle a proprio gusto. Ed è
ciò che ha fatto anche con questo romanzo, “La bugia di Natale”, reinventando
quasi completamente la storia più famoso al mondo, ovvero la natività di Gesù,
trasformando i Re Magi in 3 ladri che si trovano per caso coinvolti con la
nascita del bambino.
La storia inizia con una fuga: un uomo su cammello,
scoperto durante un furto, tenta per l’ennesima di scappare dai soldati di
Erode che gli danno la caccia, ma questa volta senza riuscirci. Il ladro viene
catturato: egli è il famoso “Fantasma di Antiochia”, tanto odiato da Erode per
i numerosi furti rimasti impuniti. Il suo vero nome è Balthazar. Egli viene
rinchiuso in prigione assieme ad altri 2 ladri, Gaspare e Melchiorre. E così sono
costretti a condividere le ultime ore di vita. Infatti sono tutti e tre
condannati a morte. Ma grazie all’astuzia e alla furbizia di Balthazar anche
questa volta riesce non solo a salvare la propria vita, ma anche ai due
compagni improvvisati. E inizia così per loro una lunghissima fuga che
inevitabilmente li porterà, loro malgrado, a scontrarsi con una famiglia,
quella composta da Giuseppe, Maria e il piccolo appena nato, Gesù. Durante la
fuga infatti i 3 “evasi” tentano rifugio a Betlemme, all’interno di una stalla
che guarda caso è proprio quella dove la coppia ha cercato riparo per mettere
al mondo il bambino. I tre vengono scambiati per savi a causa del ricco
abbigliamento indossato, ma ben presto la famiglia scopre la realtà. Ciò
nonostante decidono di non denunciarli e di condividere con quei malfattori una
sola notte, quella all’interno della stalla, e di dividersi il giorno dopo. Ma
così nono sarà.
Nel frattempo nel suo immenso palazzo il Erodo, un re
fantoccio e malato, è colto da attacchi di rabbia dovuti 1) alla fuga del “Fantasma
di Antiochia” e degli altri prigionieri; 2) a quella stella luminosissima in
cielo che egli ben sa che è quella annunciata dai profeti e che significa solo
una cosa: il Messia è nato! Erode sceglie di dare la caccia al bambino, al
momento per lui la priorità principale. E così avviene quell’evento che la
storia ci ha trasmesso come la “Strage degli innocenti”. Nel frattempo, Balthazar
e i suoi compagni si dividono da quella strana coppia che afferma di aver messo
al messo al mondo il “Figlio di Dio”. Ma mentre scappano assistono inermi alla
strage compiuta da Erode ai danni dei bambini di Betlemme e di tutta la Giudea.
Così, nonostante si fossero ripromessi di scappare e di lasciare al loro
destino la strana famiglia, decidono, o meglio Balthazar decide di tornare
indietro e salvarli. Non sa il perché, probabilmente è solo senso di giustizia,
o forse c’è qualcosa di più. Fatto sta che li salva e così tutti e 6 partono
verso l’Egitto in cerca della tanto agognata salvezza, dovendo superare molte difficoltà
e peripezie, non senza un tocco di sovrannaturale. Erode chiede aiuto all’imperatore
romano che decide di aiutarlo inviando un esercito guidato dal giovane Ponzio Pilato
e dall’arma più potente che egli possiede: il Magio, l’ultimo esistente. La sua
magia e i suoi poteri sono infatti senza limiti.
L’idea di fondo non è male. Piuttosto originale. I
personaggi sono ben caratterizzati e la cosa che più ho apprezzato è quello di
aver asperso di un alone di umanità anche Giuseppe e Maria, privandoli di quell’aurea
di santità e divinità che la tradizione cristiana ci ha trasmesso. Ho trovato
invece Balthazar un personaggio un po’ fastidioso, ma non tanto per il suo
carattere o per il suo modo di comportarsi, quanto per avere un fiuto
disastroso: è talmente sicuro di se stesso da sbagliare sempre l’impressione
che ha della gente! Afferma che una ragazza non griderà perché è innamorata di
lui e quindi lui non corre rischi: la ragazza urla! Si nasconde all’interno di
una sauna piena di donne nude: esse non grideranno perché lui è il “fantasma di
Antiochia”, gli eroi piacciono alle donne, lui è in una botte di ferro: neanche
un minuto dopo le donne urlano attirando le guardie! Ma dai! Che istinto
infallibile, eppure da un ladro famoso come Balthazar mi aspettavo una maggiore
scaltrezza e attenzione. Mi chiedo come sia riuscito con questo istinto a
sopravvivere così tanti anni senza essere catturato! Un’altra cosa che non ho
particolarmente apprezzato è la storia personale di Balthazar che si scopre
solo verso la fine del romanzo. In realtà non è la storia di per sé a non
avermi colpita, ma il modo in cui lo scrittore l’ha affrontata: tutto ciò che spinge
Balthazar a compiere quelle azioni sono l’odio incondizionato verso i romani e
la ricerca di un ciondolo che per lui è molto importante, ma non si sa il perché
se non verso la fine del romanzo. Il modo frettoloso e superficiale di trattare
questa storia personale mi hanno fatto pensare più di una volta che l’autore l’abbia
inserito solo per creare un collegamento a degli eventi che senza non avrebbero
avuto senso, e la modalità con cui la storia si è conclusa hanno solo
confermato questa mia sensazione.
Tra i vari personaggi di rilievo della storia rientra
sicuramente tra gli antagonisti per eccellenza Erode, re malato e subdolo, che
ha come unico fine il potere. La sua disperata ricerca di una cura alla
malattia che lo sta inesorabilmente consumando lo spingeranno a tradire l’imperatore
romano pur di ritrovare la salute. Ma il vero anti-eroe della storia è il
magio.
La tradizione vuole che i magi nella storia siano 3: Baldassarre, Gaspare
e Melchiorre: essi sono tre magi buoni che arrivano da Oriente per portare i
doni al bambino Gesù e lo salvano dalla morte ingannando Erode. La storia in
fin dei conti, seppur rivisitata, è abbastanza fedele, tant’è che i ladri/salvatori
portano con sé anche i famosi doni: oro, incenso e mirra. Ma il magio non solo
subisce una trasmigrazione nono solo diventando un personaggio nuovo diverso
dai 3 della storia più nota, ma rientra anche tra i cattivi, per la sua
disperata sete di potere che lo spinge a tradire i principi dei magi, a
vendersi prima ad Augusto e poi a Erode. Un uomo sadico, cinico, che usa poteri
mentali e fisici per provocare la morte e affliggere assurde sofferenze. Un
personaggio davvero forte, che in tutta la sua cattiveria risulta essere uno
dei personaggi più riusciti del romanzo nonostante la sua quasi totale
trasformazione rispetto alla storia tradizionale.
Un altro personaggio che ho apprezzato è stato Ponzio
Pilato. Noi lo conosciamo per l’aver lasciato che Gesù venisse condannato alla
crocifissione, ma per l’autore il primo vero incontro sarebbe avvenuto 33 anni
prima. Ho gradito molto il modo in cui Grahame-Smith ha caratterizzato questo
personaggio: una personalità complessa, assetata di successo come ogni giovane,
ma che non ha rinunciato del tutto alla propria coscienza.
Un personaggio che invece non sembra essere cambiato
rispetto alla storia originale è proprio Gesù: spesso i Vangeli apocrifi, poco conosciuti,
affermano che sin dalla primissima infanzia Gesù abbia compiuto dei miracoli, e
così è successo nel libro. Nel libro il riferimento non è palese al bambino, ma
sicuramente che certi avvenimenti siano guidati da una forza ultraterrena è assolutamente
insindacabile.
Per quanto riguarda la scrittura essa scorre
velocemente, con un linguaggio fluido e verosimile. Peccato per le numerose
sviste stilistiche dovute probabilmente all’editing poco attento!
Tutto sommato un romanzo gradevole, con alcune pecche
ma anche con dei pregi. Una rivisitazione originale, ben costruita se non fosse
per alcune forzature legate alla storia di Balthazar. Secondo me si poteva fare
di meglio, ragione per cui non mi sento di dare un voto più alto. 3 stelline e ½.
Isy
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