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22 dicembre 2013

RECENSIONE: Un indovino mi disse di Tiziano Terzani

Buona domenica mattina!
Titolo:Un indovino mi disse
Autore:Tiziano Terzani
Pagine: 248
Prezzo: 10 euro
Editore: Tea

Trama
Nel 1976 un indovino cinese avverte Tiziano Terzani, corrispondente dello "Spiegel" dall'Asia: "Attento. Nel 1993 corri un gran rischio di morire. In quell'anno non volare mai". Nel 1992 Terzani si sente stanco, dubbioso sul senso del suo lavoro. Gli torna in mente quella profezia e la vede come un'occasione per guardare il mondo con occhi nuovi. Decide di non prendere aerei per un anno, senza rinunciare al suo mestiere. Il risultato di quell'esperienza è un libro che è insieme romanzo d'avventura, autobiografia, racconto di viaggio e reportage. 





Mi è capitato di studiare Tiziano Terzani per un esame universitario, e la sua vita così ricca di esperienze, di vissuti e di viaggi estremi, mi ha immediatamente affascinato, tanto che ho deciso di allontanarmi dal sentiero dei romanzi per avventurarmi nella lettura di un particolare reportage di viaggio. Terzani è stato un prolifico giornalista italiano che ha passato quasi tutta la sua vita in oriente facendo il corrispondente estero. Ha vissuto sulla sua pelle e ha raccontato con assoluta lucidità dei fatti storici di grandissima importanza per la Cina, il Vietnam e l'India e proprio grazie a questi suo continui pellegrinaggi in queste nazioni, ha potuto scandagliare non solo gli avvenimenti politici e culturali, ma è riuscito a comprendere anche le persone che vivevano in quei luoghi.
Uno dei suoi reportage più particolari è "Un indovino mi disse" che racconta un'esperienza unica che ha vissuto in prima persona. Nel 1976 un indovino predisse a Terzani che nel 1993 sarebbe dovuto rimanere ben ancorato al suolo: non doveva assolutamente viaggiare con gli aerei, cosa davvero complessa per un giornalista in continuo spostamento. Anni dopo, arrivata la vigilia del 1993, Terzani decise di ascoltare il consiglio ricevuto vent'anni prima e iniziò un lungo viaggio per tutto l'oriente usando navi, treni e ogni sorta di mezzi terrestri. Questo, come sottolinea più e più volte, ha permesso al giornalista di rinascere sotto nuove vesti riuscendo ad avvicinarsi non solo ai fatti ma anche alle persone.
Tutto il libro è quindi un viaggio tra una nazione e l'altra, tra problemi politici e culturali e con una ricerca di maghi, indovini e monaci in grado di predire il futuro.

Questo libro è uno di quelli che, coloro che amano l'oriente e coloro che si appassionano ai viaggi, dovrebbero leggere perché è completo e complesso ma piacevole e scorrevole da leggere. Terzani indaga, va oltre l'apparenza degli avvenimenti politici di queste nazioni che ci sembrano così lontane e diverse, ma condisce il tutto con uno stile fresco e simpatico; in tutto il libro ci sono accenni autobiografici, ricordi di esperienze passate, descrizioni di paesaggi splendidi oppure molto degradati, racconti d'incontri molto particolari, problemi logistici determinati dall'evitare i viaggi in aereo. Insomma, Terzani, attraverso si suoi occhi, ci fa vivere le sue esperienze in modo diretto e coinvolgendo il lettore. Il suo viaggio mostra le bellezze nascoste di Cina, Giappone, Indocina, Vietnam, racconta i terribili avvenimenti intercorsi dagli anni 70 agli anni 90 e, così facendo evidenzia la grandezza della cultura orientale e le contraddizioni insite nella modernità incalzante. Insieme a tutto questo però, egli incontra numerosi indovini e si presta alla predizione del suo futuro, paragonando i responsi e notando come questi siano strettamente legati alla situazione sociale e culturale dei diversi luoghi.
Unico appunto che mi viene in mente è relativo alla ripetizione di determinati concetti che ricorrono in numerosi capitoli e che forse, rallentano un po' la lettura.
 Cultura, politica, realtà moderna, curiosità ed esperienze personali: ecco cosa racconta "Un indovino mi disse", tutto attraverso lo sguardo lucido e critico di un nostro giornalista.

Questo splendido libro è stato capace di farmi viaggiare, incuriosire e sicuramente leggerò altro di questo autore. Quattro stelline e mezzo meritatissime.



Lya


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