Titolo:Un indovino mi disse
Autore:Tiziano Terzani
Pagine: 248
Prezzo: 10 euro
Editore: Tea
Trama
Nel 1976 un indovino cinese avverte Tiziano Terzani, corrispondente dello "Spiegel" dall'Asia: "Attento. Nel 1993 corri un gran rischio di morire. In quell'anno non volare mai". Nel 1992 Terzani si sente stanco, dubbioso sul senso del suo lavoro. Gli torna in mente quella profezia e la vede come un'occasione per guardare il mondo con occhi nuovi. Decide di non prendere aerei per un anno, senza rinunciare al suo mestiere. Il risultato di quell'esperienza è un libro che è insieme romanzo d'avventura, autobiografia, racconto di viaggio e reportage.
Mi è capitato di studiare Tiziano Terzani per un esame
universitario, e la sua vita così ricca di esperienze, di vissuti e di viaggi
estremi, mi ha immediatamente affascinato, tanto che ho deciso di allontanarmi
dal sentiero dei romanzi per avventurarmi nella lettura di un particolare
reportage di viaggio. Terzani è stato un prolifico giornalista italiano che ha
passato quasi tutta la sua vita in oriente facendo il corrispondente estero. Ha
vissuto sulla sua pelle e ha raccontato con assoluta lucidità dei fatti storici
di grandissima importanza per la Cina, il Vietnam e l'India e proprio grazie a
questi suo continui pellegrinaggi in queste nazioni, ha potuto scandagliare non
solo gli avvenimenti politici e culturali, ma è riuscito a comprendere anche le
persone che vivevano in quei luoghi.
Uno dei suoi reportage più particolari è "Un indovino
mi disse" che racconta un'esperienza unica che ha vissuto in prima
persona. Nel 1976 un indovino predisse a Terzani che nel 1993 sarebbe dovuto
rimanere ben ancorato al suolo: non doveva assolutamente viaggiare con gli
aerei, cosa davvero complessa per un giornalista in continuo spostamento. Anni
dopo, arrivata la vigilia del 1993, Terzani decise di ascoltare il consiglio
ricevuto vent'anni prima e iniziò un lungo viaggio per tutto l'oriente usando
navi, treni e ogni sorta di mezzi terrestri. Questo, come sottolinea più e più
volte, ha permesso al giornalista di rinascere sotto nuove vesti riuscendo ad
avvicinarsi non solo ai fatti ma anche alle persone.
Tutto il libro è quindi un viaggio tra una nazione e
l'altra, tra problemi politici e culturali e con una ricerca di maghi, indovini
e monaci in grado di predire il futuro.
Questo libro è uno di quelli che, coloro che amano l'oriente
e coloro che si appassionano ai viaggi, dovrebbero leggere perché è completo e
complesso ma piacevole e scorrevole da leggere. Terzani indaga, va oltre
l'apparenza degli avvenimenti politici di queste nazioni che ci sembrano così
lontane e diverse, ma condisce il tutto con uno stile fresco e simpatico; in
tutto il libro ci sono accenni autobiografici, ricordi di esperienze passate,
descrizioni di paesaggi splendidi oppure molto degradati, racconti d'incontri
molto particolari, problemi logistici determinati dall'evitare i viaggi in
aereo. Insomma, Terzani, attraverso si suoi occhi, ci fa vivere le sue
esperienze in modo diretto e coinvolgendo il lettore. Il suo viaggio mostra le
bellezze nascoste di Cina, Giappone, Indocina, Vietnam, racconta i terribili
avvenimenti intercorsi dagli anni 70 agli anni 90 e, così facendo evidenzia la
grandezza della cultura orientale e le contraddizioni insite nella modernità
incalzante. Insieme a tutto questo però, egli incontra numerosi indovini e si
presta alla predizione del suo futuro, paragonando i responsi e notando come
questi siano strettamente legati alla situazione sociale e culturale dei
diversi luoghi.
Unico appunto che mi viene in mente è relativo alla
ripetizione di determinati concetti che ricorrono in numerosi capitoli e che
forse, rallentano un po' la lettura.
Cultura, politica,
realtà moderna, curiosità ed esperienze personali: ecco cosa racconta "Un
indovino mi disse", tutto attraverso lo sguardo lucido e critico di un
nostro giornalista.
Questo splendido libro è stato capace di farmi viaggiare,
incuriosire e sicuramente leggerò altro di questo autore. Quattro stelline e
mezzo meritatissime.
Lya
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