Titolo: Lowelly il mago
Autore: Spissu Anna
Pagine: 400
Prezzo: 16 euro
Edtore:Betelguese
Trama
Una storia lunga secoli e secoli, iniziata in un tempo molto lontano quando il Regno di Andrè di Roccianera sta per essere distrutto dalla furia devastatrice di un esercito nemico guidato dal feroce Ondo, Signore delle Terre Fredde. E Ultimo, un giovane contadino che cerca di raggiungere la Città Grigia, fortezza del suo Signore, e trova in un bosco un pezzo di legno dove è incisa una sconosciuta e misteriosa parola.
Comincia così l’avventura che trasformerà Ultimo nel potente e immortale Mago Lowelly e il Regno di Andrè di Roccianera e dei suoi discendenti in un Regno felice, nascosto al mondo degli uomini e governato dalla Magia. Ma il passato ha radici profonde e misteriose: un giorno qualcosa di oscuro minaccia quelle Terre e costringe Lowelly a tornare indietro in un tempo dimenticato e scomparso. Una bambina che sta facendo volare il suo aquilone sulla spiaggia vede nel cielo una strana nuvola con la forma di un drago, una nuvola minacciosa e immobile. Il mondo sta cambiando, il Regno trema. Lowelly è il Guardiano del Regno, solo lui può comprendere quello che sta accadendo, solo lui può salvare quelle Terre dalla violenza di una guerra.
Per farlo, deve andare incontro al mistero, al destino e all’amore.
"Lowelly il mago" è un libro fantasy
autoconclusivo che mi è capitato di leggere abbastanza casualmente, e sono
ancora in dubbio sul fatto che mi sai piaciuto o meno perché è una tipologia di
fantastico davvero molto particolare.
Ultimo è un bambino particolare, amato da tutti nel
villaggio perché ha qualcosa di assolutamente unico che attira le altre
persone. Durante una guerra, il villaggio e anche la famiglia di Ultimo, ormai
diciottenne, si reca nelle vicinanze della capitale del regno e lì, in un
bosco, il ragazzo trova scolpite delle parole magiche che invadono tutto il suo
essere condizionando la sua intera esistenza. Da contadinotto che non sa
leggere, miracolosamente diventa una mago, il mago del re che ha bisogno di lui
e dei suoi neo poteri per sconfiggere il nemico. Però tutto ha un prezzo sia
per il re, sia per Ultimo al quale viene assegnato un nuovo nome che porterà
per lunghi secoli: Lowelly.
Come ho già scritto all'inizio ho trovato il romanzo davvero
particolare e originale ed è certamente un fantasy classico dove la magia è il
fulcro di tutto lo svolgimento delle vicende.
Ultimo è una ragazzo semplice che viene scelto dalla magia,
infatti, lui che non sa leggere, assorbe da alcune scritte che trova nel bosco,
la magia, compresa quella dell'infinito che lo porta ad essere immortale. Tutta
la storia si sviluppa su più secoli che vedono Ultimo, ormai chiamato Lowelly,
servire lealmente, ma quasi da prigioniero, i diversi re che si susseguono, i
quali lo tengono strettamente legato a loro per tutta l'esistenza. Lowelly è il
custode della magia, del regno e porta dentro di se un grandissimo segreto che
non deve essere rivelato, per questo viene imprigionato dalla famiglia reale
che lo tratta da re, circondato dalle cose più belle.
Devo dire che la storia è davvero particolare e mi è
piaciuta, ma ci sono alcune cose che non mi hanno del tutto convinta. Prima di
tutto le pagine iniziali sono lentissime e ripetitive, infatti le parole
magiche che Ultimo trova vengono ripetute spessissimo e, devo ammetterlo, io
saltavo il brani dove erano elencate queste parole e i loro significati. La
parte centrale e finale invece mi sono piaciuti maggiormente perché Lowelly
pian piano prende coscienza di se e agogna la libertà: i secoli, le generazioni
per lui non sono nulla, tutto scorre quasi uguale nella sua prigione dorata.
Anche l'alternanza dei punti di vista mi è piaciuta: nel
libro parla Lowelly, i diversi re e altri personaggi che sembrano minori ma non
lo sono.
Un appunto negativo è relativo al coinvolgimento che poteva
essere maggiore, i personaggi rimangono distanti e freddi, durante la lettura
non vi è stata empatia per Lowelly da parte mia perché lui sembrava
irraggiungibile, totalmente distaccato da tutto e da tutti.
Il protagonista è davvero anomalo, in alcuni momenti diventa
umano, in altri è alienato anche dalla sua vita stessa e per questo, nonostante
i lunghi secoli, non ama nessuno né i suoi re, né nessun altro, non c'è quella
scintilla di vita che ti fa apprezzare totalmente la sua personalità: lui è uno
schiavo potentissimo, spento e chiuso nel suo dolore che emerge solo in alcuni
momenti. Mi sarebbe piaciuto calarmi nei suoi panni perché avrei gustato
certamente di più la lettura.
Insomma il libro ha le sue caratteristiche positive e
negative e ho deciso di assegnare tre stelline, consigliandolo a lettori che
abbiano già esperienza con il fantasy.
Lya
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