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25 maggio 2013

RECENSIONE: Storia di un corpo di Daniel Pennac

Buon sabato lettori!
ecco una nuova recensione!

Titolo: Storia di un corpo
Autore:Daniel Pennac
Pagine: 341
Prezzo:€ 18,00
Editore:Feltrinelli
Genere: narrativa

Trama
3 agosto 2010. Tornata a casa dopo il funerale del padre, Lison si vede consegnare un pacco, un regalo post mortem del defunto genitore: è un curioso diario del corpo che lui ha tenuto dall'età di dodici anni fino agli ultimi giorni della sua vita. Al centro di queste pagine regna, con tutta la sua fisicità, il corpo dell'io narrante che ci accompagna nel mondo, facendocelo scoprire attraverso i sensi: la voce stridula della madre anaffettiva, l'odore dell'amata tata Violette, il sapore del caffè di cicoria degli anni di guerra, il profumo asprigno della merenda povera a base di pane e mosto d'uva. Giorno dopo giorno, con poche righe asciutte o ampie frasi a coprire svariate pagine, il narratore ci racconta un viaggio straordinario, il viaggio di una vita, con tutte le sue strepitose scoperte, con le sue grandezze e le sue miserie: orgasmi potenti come eruzioni vulcaniche e dolori brucianti, muscoli felici per una lunga camminata attraverso Parigi e denti che fanno male, evacuazioni difficili e meravigliose avventure del sonno. Con la curiosità e la tenerezza del suo sguardo attento, con l'amore pudico con cui sempre osserva gli uomini, Pennac trova qui le parole giuste per raccontare la sola storia che ci fa davvero tutti uguali: grandiose e vulnerabili creature umane. 



Mia recensione
"Storia di un corpo" è il primo libro che abbia mai letto di questo autore tanto famoso infatti, prima di questo piccolo libro arancione, non mi era mai capitato tra le mani nulla di suo ma probabilmente recupererò qualche altro suo scritto perché il suo stile mi ha davvero colpito moltissimo.

Il protagonista di tutto il romanzo è il corpo di bambino, poi di adolescente, di uomo ed infine di anziano del padre di Lison che consegna questo suo diario scritto a cadenza irregolare per tutta la sua vita, a colei che avrebbe potuto maggiormente apprezzarlo. Ma quello che Lison si trova tra le mani non è un diario in cui si raccolgono i sentimenti, ma un vero e proprio diario che racconta un corpo, che si concentra sulle sensazioni fisiche o psicofisiche.
Fondamentalmente il libro è diviso in quattro macrosezioni corrispondenti ai diversi stadi dello sviluppo, positivo o negativo, del corpo del protagonista, quindi parte dall'infanzia con il racconto delle sue paure e delle reazioni che proprio queste scatenano sul suo corpo, dei suoi ricordi del padre e dei profumi dei suoi anni di bambino, per poi passare al periodo dell'adolescenza con il conto dei piegamenti fatti, la misurazione della massa muscolare ottenuta e con i primi turbamenti sessuali. Egli racconta i suoi disturbi di uomo, i suoi bisogni  necessità, ed infine racconta in modo lucido il decadimento che avviene dai 65 anni in poi.

A parte lo stile scorrevole e molto pungente dello scrittore, che racconta con un punto di vista diverso lo scorrere del tempo, devo dire che il libro non mi ha convinta totalmente.
La prima parte e cioè quella relativa all'infanzia è certamente la più bella tra le quattro, perché vengono trattati temi che colpiscono come la paura della paura ad esempio, il desiderio fisico di affetto, il dolore per la perdita i qualcuno che è particolarmente caro e gli odori di quegli anni di formazione dell'individuo. Insomma molti temi maturi, messi in bocca ad un bambino che, per il lettore e per se stesso, risulta davvero strano per la sua età.
La seconda parte è invece abbastanza asettica in quanto non ci sono vere e proprie riflessioni, ma piuttosto elenchi di cose o avvenimenti di poco conto e, tutto ciò, la fa diventare un po' lenta e ripetitiva.
 Solo nell'età adulta si ritrovano alcuni temi interessanti, osservati in modo quasi clinico dal protagonista che vede il suo corpo cambiato: prima forte e resistente, poi sempre più pigro, insieme all'apparizione di alcune malattie che lo rendono più tranquillo e pacato. Infine l'età anziana è quella della rassegnazione, ma fanno capolino alcuni spunti moderni degni di nota come l'omosessualità e il modo dal punto di vista di un uomo non più giovane e vigoroso.
Insomma il romanzo mi è piaciuto a metà perché se da una parte lo stile ironico e pungente di Pennac mi ha permesso di leggere il libro velocemente, d'altra parte ho trovato il tutto un po' ripetitivo e in alcuni punti piatto, anche se l'idea di un diario del corpo è davvero originale ed interessante.
"Storia di un corpo" mi ha permesso di scoprire quest'autore che precedentemente non avevo mai preso in considerazione e quindi ho deciso di assegnare tre stelline al romanzo.

Lya


1 commento:

  1. avevo sentito l'intervista di Pennac da Fazio appena il libro è uscito in Italia e mi aveva incuriosito molto..poi ho letto qualche pagina in libreria e non mi ha convinto..
    ho letto "come un romanzo" di Pennac e mi è piaciuto molto di più ;)

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