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02 ottobre 2012

Recensione "Le Nebbie di Avalon" di Marion Zimmer Bradley

Titolo: Le Nebbie di Avalon
Autore: Marion Zimmer Bradley
Pagine: 654 pagine
Prezzo: 12,00 euro
Editore: Tea

Trama:
Vi fu un'epoca in cui le porte tra i mondi fluttuavano con le nebbie e si aprivano al volere del viaggiatore. Di là dal regno del reale si schiudevano allora luoghi segreti e incantati, siti arcani che sfuggivano alle leggi di Natura e si sottraevano al dominio del Tempo, territori favolosi dove le più strane e ammalianti creature parlavano lingue oggi sconosciute, avevano gesti, modi e riti oggi indecifrabili; dove nessuna cosa era identica a se stessa, ma poteva mutarsi ogni istante in un'altra. Con l'andar del tempo, però, "reale" e "immaginario" entrarono in netto contrasto. Allora come oggi, furono le donne a fare da mediatrici. Morgana, Igraine, Viviana conoscevano il modo per far schiudere le nebbie e penetrare nel magico regno di Avalon...

Il mio pensiero:
Ciao amici lettori. Oggi vi voglio parlare di un romanzo che in moltissimi mi hanno consigliato. Si tratta de “Le nebbie di Avalon” di Marion Zimmer Bradley. Il romanzo, seppur letto autonomamente, fa parte di un ciclo di romanzi noti proprio come “Il ciclo di Avalon”. Il romanzo si ispira alle gesta di Re Artù, ma soprattutto di Morgana, vera protagonista del romanzo. Marion Zimmer Bradley concilia in questo romanzo storia e leggenda. Infatti prende spunto dalla storia quando parla del difficile passaggio dalle antiche tradizioni religiose celtiche e la cristianizzazione dei territori britannici, ma non manca di narrare le vicende dei protagonisti, basandosi sulle antiche leggende sino ad allora tramandata, però personalizzandole. Premetto che questo è il primo romanzo che leggo sulla storia di Re Artù, che sino a poco tempo fa conoscevo solo per documentari o ricerche personali.
Il romanzo è diviso in 4 capitoli. La storia inizia con il primo monologo di Morgana, la quale a più riprese, durante il romanzo, narrerà le parti che, per esigenze di tempo o forse per comodità della storia, la Bradley preferisce solo citare senza soffermarsi. La protagonista della prima parte del romanzo è sicuramente Ingraine, madre di Morgana. E in questa prima parte viene narrata la mitica e leggendaria nascita di Gwidion, il futuro Re Artù, che la tradizione vuole fosse stato concepito da Ingraine e Uter Pendragon mascherato da Gorlois, il quale era marito della donna e  padre di Morgana. Ma nel momento stesso in cui avviene il tradimento Si scopre che Gorlois è morto. E da qui in poi la storia prenderà una svolta. Ingraine è figlia di Merlino e sorella di Viviana, la Dama del Lago, e come la sorella anche lei, iniziata al culto della Dea, possiede la Vista ed è capace di compiere alcune “magie, se così le vogliamo definire. In seguito agli avvenimenti su citati però Ingraine decide di allontanarsi dalla magia e di  abbandonarsi alla religione cristiana. Qualche anno dopo Morgana viene affidata a Viviana, la quale la condurrà sull’Isola di Avalon per iniziarla al culto della Dea e diventare una sacerdotessa. Questo avverrà solo dopo i Fuochi di Beltane, antico culto celtico, in cui il giovane Re Cervo dopo aver ucciso il vecchio Re Cervo è pronto ad unirsi alla Sacerdotessa, nel nome di un’antica tradizione. Questo evento però darà vita a una serie di conseguenze che avranno un ruolo importante in tutta la storia.
Perdonate questa lunga premessa, ma è il minimo che dovevo dire e che posso dire! Perché questa è la parte della storia nota, come è nota anche la storia tra il giovane Re Artù e la bella Ginevra, e l’amore clandestino di quest’ultima e del Cavaliere Lancillotto, cugino e amico prediletto di Artù.
Quello che a mio avviso è il punto di forza del romanzo è la centralità della figura femminile.
A differenze delle leggende sino a noi giunte, dove centrale era la figura di Artù, di Lancillotto e dei combattimenti, l’autrice ha fatto sì che in questo romanzo gli uomini e le guerre fossero un elemento secondario rispetto alle donne, le loro vicende personali descritte in modo accurato anche grazie all’attenzione per l’introspezione. Donne come Ingraine, Morgana, Viviana, Morguaise e Ginevra non sono più la cornice, ma sono il quadro, l’elemento portante!
Ho molto apprezzato soprattutto la rivalutazione della figura di Morgana, che viene spogliata da tutte le vesti negative che sino ad allora la tradizione le aveva attribuito: strega gelosa, cattiva, pericolosa, vendicativa. Morgana qui è una “fata”, una donna che è stata costretta ad abbandonarsi al dolore, che ha dovuto rinunciare a tutto, alla felicità, all’amore, all’esser madre, tutto per un bene più grande. Ha sacrificato se stessa per la Dea. Si tratta certamente di una donna forte, coraggiosa e che ha dovuto fare delle scelte difficili, sacrificando anche gli altri; ma la Zimmer Bradley ha messo a nudo anche la sua fragilità, la sua insicurezza e il suo dolore, mostrando Morgana come un essere umano, una persona vera, con i suoi pregi e i suoi difetti e non la donna cinica e vendicativa.
Alla Morgana vera si contrappone invece la cristiana Ginevra. Personaggio che personalmente reputo ambiguo: devota cristiana, combattuta  tra l’amore per Lancillotto e il suo ruolo di sovrana, sa di peccare contro Dio amando Lancillotto, ma ciò nonostante non esita ad imputare l’assenza di figli ai peccati del marito, piuttosto che i suoi. L’ho trovata come una figura negativa: l’odio per Morgana in certi momenti l’ho trovato assolutamente esagerato e incomprensibile sia per la grande Fede di Ginevra sia perché nonostante tutto Morgana non ha mai realmente odiato Ginevra da poter giustificare simili comportamenti.
Viviana è la Dama del Lago, figlia di Merlino e Sacerdotessa della Dea. Donna che sembra senza scrupoli, disposta a tutto pur di ottenere ciò che vuole la Dea, ma che in realtà compie alcune scelte pechè sa di far parte di un disegno più grande, dove i sentimenti non sono ammessi. La devozione per la Dea è profonda ed è pronta a tutto per difendere gli antichi culti da quelli nuovi importati dai romani. Pronta a consegnare la leggendaria Excalibur al giovane Artù, sperando nella sua fedeltà agli antichi culti.
Personaggio assolutamente importante nella vicenda è quella di Morguase, sorella di Ingraine e Viviana e zia di Morgana. Donna affascinante, riesce grazie alla sua bellezza a giocare un ruolo importante nelle vicende del Regno, grazie soprattutto all’influenza sul marito Lot e gli uomini di potere, cosa che suscitava una certa ammirazione ma anche sdegno in chi la conosceva.
Dal punto di vista stilistico Marion Zimmer Bradley ha scelto di adottare un linguaggio impegnativo, ricco di dialoghi e con elementi stilistici a volte complessi. Utilizza periodi non eccessivamente lunghi, però la loro costruzione e la loro comprensione non sempre immediata. Io ho notato quindi il bisogno di molta attenzione per la lettura e fortunatamente il mio aver letto questo libro d’estate, subito dopo l’ultimo esame, è stata una mossa felice^^
Per me parlare di questo romanzo è stato molto difficile e seppur dopo aver riletto più volte il testo mi rendo conto che esso è incompleto, avrei dovuto aggiungere elementi, ma la scelta di non farlo è dovuta a una sola ragione: spoiler! Infatti ho cercato di trattare solo di quegli elementi che sono noti (a parte le mie opinioni sui personaggi, in particolare sulla figura di Morgana), evitando di parlare di ciò che invece è meno conosciuto.
Il mio intento è quello di leggere più in là altri romanzi ispirati al ciclo arturiano, sia per avere una visione più ampia della storia sia per poter parlare in maniera più approfondita anche di questo romanzo, che a mio avviso merita davvero di esser letto. Molte sono le accomunanti con le leggende, ma molte sono anche le discrepanze con il mito, primo tra tutti il ruolo di Morgana che da figura negativa qui diventa figura positiva, oppure Morguase, che la leggenda tramanda come sorellastra di Artù, nel romanzo in questione è indicata come la zia.
Un romanzo complesso, difficile da parlarne. Sono curiosa di sapere voi cosa ne pensate, se avete letto altri libri su Re Artù e se avete notato o meno alcuni punti coincidenti e altri punto non coincidenti.
Spero possiate apprezzare lo sforzo e spero di aver, almeno un poco, suscitato la vostra curiosità, se non lo avete letto, oppure avervi fatto ripensare al romanzo, se lo avete già letto.

Isy

5 commenti:

  1. ho letto questo libro tanti anni fa, uno dei primi libri acquistato con i miei soldi, andavo al liceo (anni novanta) e l'ho amato in maniera completa ed è tuttora uno dei miei libri preferiti con le sue pagine ormai ingiallite e la copertina rovinata. sopratutto ho amato la visione del mito di re Artù epurato della sua visione cristiana ma inserito nei miti celtici della Gran bretagna come è giusto che sia. Da allora Morgana è diventato uno dei miei personaggi preferiti ed ho storto il naso davanti alle trasposizioni cinematografiche ce la rappresentavano come una strega opportunista e spietata, penso invece a lei come giusto che sia una sacerdotessa della Dea!!!

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    1. Esatto! Anche io, dopo aver letto il romanzo, ho inserito Morgana tra i miei personaggi preferiti!

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  2. L'ho letto per la prima volta durante le vacanze estive a cavallo tra la prima e la seconda media su consiglio d'una amica. Non ho più abbandonato la saga, tanto che ho tutti i romanzi del Ciclo di Avalon. Inutile dire che Morgana m'è subito entrata nella pelle: un personaggio carismatico e molto più complesso di come viene generalmente raffigurato. Ginevra non l'ho mai sopportata ad essere sincera XD. Altri libri su Artù e affini sono quelli di Jack White (di più non ti so dire perché sono in attesa d'essere letti). Però ti consiglio di leggere anche gli altri romanzi del Ciclo di Avalon a partire da "Le luci di Atlantide" (non è propriamente del ciclo ma è strettamente legato, per personaggi e non solo, al primo volume "L'alba di Avalon")

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  3. Gli Italiani devono sempre trovare qualcosa che sia di opposizione con la propria storia o con le proprie tradizioni per rendersi particolari e diversi, in questo caso si detesta una figura quale quella di una Cristiana credente come Ginevra e si issa ad idolo la figura di Morgana, il cervello e le personalita degli Italiani sono del tutto fusi.

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    1. Non riesco a cogliere il senso del tuo commento. Ho trovato il personaggio di Ginevra una figura negativa, non riesco a capire come questo mio giudizio possa derivare dall'esser Italiana.

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