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04 ottobre 2011

TeaserTuesdays 29

buon pomeriggio a tutti
proseguendo con lo speciale su Jane Eyre oggi per Teaser Tuesday voglio riportare una delle scene piú commuoventi di tutto il libro. Ebbene si ho barato per questa puntata e non ho preso un brano a caso, ma ne vale davvero la pena ^^
sará un pó piú lungo...Buona lettura!

Mi feci avanti, poi mi fermai a fianco del lettino, avevo già la mano sulla tenda ma preferii parlare prima di sollevarla. Indietreggiavo davanti all'orrore di vedere un cadavere.
                «Helen!», mormorai piano, «sei sveglia?».
                Lei si mosse, tirò indietro la tenda, ed io vidi il suo volto pallido, emaciato, ma sereno: sembrava così poco mutata che i miei timori svanirono in un attimo.
                «Sei proprio tu, Jane?», domandò con la sua mite voce.
                «Oh!», pensai, «non sta per morire; si sono sbagliati; se stesse per morire non potrebbe parlare e avere un aspetto così tranquillo».
                Mi avvicinai al suo lettino e la baciai; la sua fronte era gelata, le sue guance fredde e smagrite, e così pure le mani e i polsi; ma lei sorrideva come un tempo.
                «Perché sei venuta, Jane? Sono le undici passate; le ho sentite suonare qualche minuto fa».
                «Sono venuta a vederti, Helen; ho sentito che sei molto malata e non potevo prender sonno se prima non ti avessi parlato».
                «Allora sei venuta per dirmi addio; probabilmente sei arrivata appena in tempo».
                «Stai per partire, Helen? Torni a casa?».
                «Sì, alla mia casa eterna... la mia ultima casa».
                «No, no, Helen!». Mi interruppi angosciata. Mentre cercavo di inghiottire le lacrime, Helen fu colta da un accesso di tosse, che tuttavia non svegliò l'infermiera; quando cessò rimase per qualche minuto spossata; poi mormorò:
                «Jane, hai i piedi nudi, sdraiati e copriti con la mia trapunta». Obbedii: lei mi mise la braccia al collo ed io mi rannicchiai presso di lei. Dopo un lungo silenzio, Helen riprese sempre in un sussurro:
                «Sono molto felice, Jane; e quando saprai che sarò morta, dovrai rimanere serena e non rattristarti: non c'è niente per cui ci si debba rattristare. Tutti dobbiamo morire un giorno, e il male che mi porta via non è doloroso: è mite e lento: la mia anima è in pace. Non lascio nessuno che mi rimpiangerà molto: ho solo mio padre, che si è risposato da poco e non sentirà la mia mancanza. Morendo giovane eviterò grandi sofferenze. Io non avevo qualità né virtù per andar molto avanti nel mondo: non avrei fatto che errori».
                «Ma dove stai per andare, Helen? Puoi vederlo? Lo sai?».
                «Io credo; io ho fede: vado da Dio».
                «Dove è, Dio? Che cosa è, Dio?».
                «Colui che ha creato me e te, e che non distruggerà mai quello che ha creato. Io mi rimetto in tutto alla sua potenza e confido interamente nella sua bontà: conto le ore finché giunga quella decisiva che mi condurrà a Lui e me Lo rivelerà».
                «Dunque, Helen, sei sicura che esiste il cielo e che le nostre anime potranno raggiungerlo quando moriremo?».
                «Sono sicura che vi è un futuro; credo che Dio sia buono; posso affidare a Lui la parte immortale di me stessa senza alcuna apprensione. Dio è il mio padre; Dio è il mio amico: io Lo amo e credo che Egli ami me».
                «E ti rivedrò, Helen, dopo la morte?».
                «Verrai nello stesso mondo di felicità: sarai ricevuta da quello stesso padre potente e universale, non aver dubbi, cara Jane».
                Feci ancora domande, ma solo entro di me. «Dov'è questo mondo? Esiste?». E strinsi più forte le braccia attorno a Helen; mi sembrava più cara che mai, avevo l'impressione di non potere lasciarla partire. Giacevo col volto nascosto nel cavo della sua spalla; adesso lei mi diceva in tono dolcissimo:
                «Come mi sento bene! Quest'ultimo accesso di tosse mi ha un po' stancata; credo di poter dormire; ma non lasciarmi, Jane; mi piace sentirti vicina».
                «Starò con te, cara Helen: nessuno mi porterà via».
                «Sei al caldo?».
                «Sì».
                «Buona notte, Jane».
                «Buona notte, Helen».
                Mi baciò, la baciai e ci addormentammo insieme.
                Quando mi svegliai era giorno: mi aveva destato un movimento insolito; guardai; ero nelle braccia di qualcuno; l'infermiera mi sosteneva riportandomi lungo il corridoio verso il dormitorio. Non fui sgridata per aver lasciato il mio letto; avevano altro da pensare; non mi diedero allora alcuna spiegazione a tutte le domande che feci; ma un paio di giorni dopo seppi che la signorina Temple, tornando nella sua stanza verso l'alba, mi aveva trovata nel lettino, il volto contro la spalla di Helen Burns, le braccia strette al suo collo. Io ero addormentata e Helen era... morta.

riportateci il vostro teaser!!
Lya

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