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11 ottobre 2011

RECENSIONE: La stanza del male di Jerker Eriksson e Håkan Axlander Sundquist

Ciao a tutti!
Oggi voglio proporvi la mia recensione di un libro davvero inquietante pubblicato recentemente dalla Corbaccio, che ringrazio per avermene inviato una copia. “La stanza del Male”  è un romanzo che appartiene al genere thriller psicologico scritto da due autori svedesi dai nomi impronunciabili.

Titolo : La stanza del male

Autore:  Jerker Eriksson - Håkan Axlander Sundquist
Pagine: 464
Prezzo: € 18.60
Editore: Corbaccio
Data di pubblicazione: 8 settembre 2011

Trama
In tutta la sua carriera, l’ispettore di Polizia Jeanette Kihlberg non ha mai visto niente di simile: il corpo giace semi nascosto in un cespuglio in uno squallido quartiere periferico di Stoccolma. Un ragazzo, una vittima di un omicidio brutale, un cadavere perfettamente mummificato. Jeanette capisce che da sola non può farcela, il suo intuito investigativo non basta per capire quali abissi nasconde la mente che ha concepito questa messa in scena. Chiede aiuto a Sofia Zettelund, psichiatra, esperta di personalità multipla. Al primo omicidio ne seguono altri, tutti con le stesse modalità. Jeanette e Sofia incominciano insieme un viaggio all’inferno, alla ricerca di un serial killer. Tutte e due si pongono le stesse domande: quanto deve soffrire una persona per trasformarsi in un mostro? E quanto stravolgerà la loro vita questa caccia all’uomo, questa guerra contro il tempo e contro la distruzione?
Un libro duro e cupo dal ritmo incalzante, un thriller che spicca in un panorama letterario nordico ricco di autori di bestseller come Stieg Larsson e Lars Kepler. Un esordio che è diventato un caso editoriale nel Nord Europa, che ha stupito la critica e che è balzato in vetta alle classifiche. Un romanzo sul male che trasforma la vittima in carnefice, che si insinua nel lettore e che non lo abbandona più...

Mia Recensione
Mi sono avvicinata al romanzo non del tutto convinta perché dalla trama in quarta di copertina sembrava uno dei tanti romanzi conditi con omicidi efferati, psicologi e detective che cercavano di risolvere il caso.  Da appassionata di telefilm quali CSI, NCIS, Criminal Minds e chi piú ne ha piú ne metta, ho pensato all’inizio della lettura, che La stanza del male, fosse qualcosa di giá sentito. Ma dopo giá la prime 60 pagine ho dovuto ricredermi….

La trama é inizialmente semplice, ci sono 2 donne, le protagoniste, Jeanette e Sofia ognuna con la propria vita e il proprio impiego, insomma la detective e la psicologa che seppur inizialmente non si conoscono, finiranno inevitabilmente per risolvere il caso insieme, o almeno è quello ció che ci si aspetta. Effettivamente gli omicidi legano le due donne ma in modo imprevedibile.
Jeanette è una donna repressa a capo di una squadra d’investigazione che viene continuamente sottovalutata proprio perché non è un uomo; è sposata ed è madre, ma suo marito è un debole che non lavora e non ha fiducia in se stesso, è insomma un pó infantile ed irresponsabile e suo figlio viene trascurato costantemente perché è a caccia di criminali. È evidente per tutto il libro che Jeanette senta il peso del mondo sulle spalle senza sapere come comportarsi per respirare e liberarsi dal fardello.
Sofia è invece una donna in carriera, metodica ed organizzata che vuole aiutare i suoi pazienti a risolvere i loro problemi e traumi; peró è ossessionata dai suoi pazienti, come ad esempio Victoria, ragazza che ha subito numerose violenze nel corso della sua vita e che si è rivolta a lei.
Le due donne, come ho giá detto, si incontrano per risolvere una serie di omicidi di giovani ragazzi che non hanno nessuna importanza all’interno della società, sono insomma invisibili. Niente peró e come ci si aspetta!

Ho trovato La stanza del male una lettura inquietante e ben costruita poiché all’inizio sembra una storia banale, ma poi la trama inizia a colpirti e vuoi capire i moventi che spingono l’omicida a fare quello che fa. In alcuni punti la narrazione è volutamente confusa e nebulosa e proprio per questo verso la fine della del libro, quando il lettore è indotto a capire ció che è realmente accaduto, tutto si fa chiaro e si rimane davvero spiazzati.
La narrazione è spezzata e discontinua e ció rispecchia i sentimenti e le emozioni contrastanti delle protagoniste che vengono ben analizzate in ogni sfaccettatura.
 Gli argomenti trattati sono davvero molto forti: dalla pedofilia alla violenza sessuale fino all’autolesionismo e all’omicidio tutto peró filtrato attraverso la psicologia che spiega, piú o meno scientificamente, le origini di questi comportamenti.
Una cosa che mi ha davvero colpita è la descrizione di Stoccolma, infatti noi ci aspettiamo pulizia e ordine visti i cliché a cu siamo abituati ad associare alla Svezia; invece qui la cittá è in degrado è fatta di caos e crimine con cittadini depressi e oppressi.
Insomma questo libro è un esempio perfetto di thriller psicologico da cui si potrebbe trarre un ottimo film.
Assegno quindi 4 stelline e lo consiglio agli amanti del genere e non.


Lya

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