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17 settembre 2011

RECENSIONE: Il nome del vento di Patrick Rothfuss

Ciao ragazzi!
Oggi voglio proporvi la mia recensione di un romanzo fantasy che ho molto apprezzato di cui è uscito da pochissimo l’atteso seguito.
Ovviamente non dobbiamo illuderci che la saga sia composta SOLO da 2 libri…ebbene si, un’altra trilogia! Non finiranno maiiiiii!!!! Personalmente ho in corso almeno una ventina di saghe, se non di piú e sono davvero reticente ad iniziarne di nuove, a parte qualche caso come questo.
Dopo questo bla bla vi lascio alla recensione!



Titolo: il Nome del vento
Autore: Patrick Rothfuss
Pagine: 736
Prezzo: 4.90 fino al 30 settembre, poi 16.90
Editore: Fanucci
Data di uscita: luglio 2011

Trama
"Il romanzo, il primo di una trilogia, che ha consacrato Patrick Rothfuss tra i maestri della fantasy contemporanea." Publishers Weekly
La Pietra Miliare, una locanda come tante, nasconde un incredibile segreto. L’uomo che la gestisce, Kote, non è davvero il mite individuo che i suoi avventori conoscono. Sotto le sue umili spoglie si cela Kvothe, l’eroe che ha fatto nascere centinaia di leggende. Il locandiere ha attirato su di sé l’attenzione di uno storico, che dopo un lungo viaggio riesce a raggiungerlo e convincerlo a narrare la sua vera storia. Il nostro eroe muove i suoi primi passi a bordo dei carri degli Edema Ruh, un popolo di attori, musicisti e saltimbanchi itineranti che si rifà a nobili ideali. Kvothe riceve i primi insegnamenti dall’arcanista Abenthy, e viene poi ammesso all’Accademia, culla del sapere e della onoscenza. Qui apprenderà diverse discipline, stringerà salde amicizie e sentirà i primi palpiti dell’amore, ma dovrà anche fare i conti con l’ostilità di alcuni maestri, l’invidia di altri studenti e l’assoluta povertà; vivrà esperienze rischiose e incredibili che lo aiuteranno a maturare e lo porteranno a diventare il potentissimo mago, l’abile ladro, il maestro di musica e lo spietato assassino di cui parlano le leggende.

 
Mia recensione
Nonostante non avessi l’intenzione di iniziare a leggere una nuova trilogia, non ho potuto fare a meno di acquistare questo volume un pó per le ottime recensioni che ho letto su anobii un pó per il prezzo striacciatissimo. La copertina mi ispirava parecchio e poi non dico mai di no ai fantasy di stampo classico alla Tolken o alla Eddings.

La narrazione si apre con Kote, giovane locandiere di una piccola cittá, che vive la sua vita servendo i clienti e cacciando nelle zone piú oscure e recondite della sua mente i ricordi che lo opprimono nonostante sia solo vicino alla trentina. Questa tranquilla routine, lontana dalle luci della ribalta, viene interrotta dall’arrivo di Cronista, che riconoscendo immediatamente chi si nasconde dietro l’innocente locandiere, riesce a convincerlo a raccontargli la sua vita.
In realtà Kote è Kvothe un mago che porta dietro di se un alone di leggenda non del tutto positiva e proprio per questo motivo si nasconde in questa piccola cittadina. A questo punto inizia la vera storia, quella di Kvothe bambino e adolescente(almeno in questo volume), che racconta quindi le sue prime esperienze di vita dai 7 anni fino ai 15 anni circa.
Tra tante peripezie e difficoltà, il nostro protagonista riuscirà a tenere ben saldi i suoi valori e a superare ostacoli che sembrano insormontabili, si innamorerà di una ragazza bella ma selvaggia e imparerà tante cose in Accademia dove tenterà di diventare un arcanista.

Giudicare questo libro mi risulta un pó difficile perché non sono né completamente soddisfatta, ma non posso neanche dire che nel complesso non mi sia piaciuto.
La trama del libro, che conta ben 736 pagine, è costruita in modo magistrale, tutti gli avvenimenti sono concatenati e ogni cosa sembra che sia perfettamente calcolata, a volte gli avvenimenti possono sembrare un pó asettici e piatti. Tutto questo forse dipende dallo stile dell’autore che narra in modo fluente ma distante quello che capita al suo personaggio, si ha quasi l’impressione che non sia completamente coinvolto ella sua stessa storia. Questa ovviamente è stata una mia impressione forse dettata dal fatto che spesso ci sono vere e proprie lezioni tecniche di simpatia, cioè di magia, sia per Kvothe sia per il lettore; tutto viene spiegato puntualmente con esempi e deduzioni, come in un vero e proprio metodo scientifico.

Il protagonista Kvothe è un ragazzo precoce, direi un vero genio che impara tutto velocemente e senza tantissime difficoltá afferra anche i concetti piú complessi di simpatia, matematica, astronomia, chimica e chi piú ne ha piú ne metta. Non è mai un normale bambino ma ha sempre qualcosa in piú rispetto anche gli adulti che spesso ti fanno dimenticare che nella narrazione è ancora un bambino. Questa genialità viene ribadita numerose volte nel corso della storia e anche Kvothe stesso, a volte in modo modesto a volte meno, si rende conto delle sue capacità superiori e le sbatte in faccia agli altri.
Nei pochi anni narrati perde i genitori e quindi vuole vendetta, inizia a vivere per strada di stenti, viene pestato numerose volte, viene persino frustato due volte dopo che riesce ad introdursi e a farsi accettare in Accademia. Insomma le esperienze raccontate sono davvero tante ed in alcuni casi colpiscono l’immaginazione del lettore, in altri no perché sono descritte in modo troppo calcolato e quindi poco sentimentale.
I sentimenti spessissimo cadono in secondo piano rispetto alla meta che Kvothe si è imposto di raggiungere cioè di diventare arcanista e di scoprire tutto quello che puó sugli assassini dei suoi genitori, solo una ragazza riuscirà a distoglierlo dal suo obiettivo e a farlo perdutamente innamorare di lei.

Insomma questo è un libro vasto che parla di magia, di vendetta e di speranza che in complesso mi ha piacevolmente colpita e per cui ho deciso di assegnare 4 stelline attendendo di completare la lettura del secondo capitolo e dare un giudizio definitivo.


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